Attila viene educato a cavalcare come un vero campione e a tirare arco e frecce da bambino a 10 anni. Nel suo popolo diventa famoso e varie statue come i putti o cupidi vengono costruiti in onore alla sua storia. Il padre e la madre sono stati barbarmante uccisi e le sue statue ricordano il piccolo guerriero bambino e lo onorano. Dopo vari anni da adolescente viene mandato in Italia perchè deve vivere in condizioni forzate sotto le guardie del cristianesimo, che mantengono un alleanza di pace per impedire al popolo di Attila di arrivare in Italia. In cambio il Papa paga anche dell'oro per tenere Attila in Italia come un principe. Attila torna nel suo paese e dalla sua gente viene accolto con una festa pubblica. Successivamente Flavio Ezio si presenta dalla gente di Attila per chiedere aiuto in una guerra e cedendogli degli onori di guerra, cosi Attila e gli altri si muovono di nuovo verso i Balcani per combattere e vincere. Liberando un popolo da un assedio. Il cristianesimo prende questa scelta di Flavio Ezio e alcuni monaci lo denunciano all'imperatore Valentiniano, mentre Attila sta per seguire Flavio Ezio in Italia viene fermato da una visione angelica o di spiriti in cielo dei 12 apostoli con la spada, che attaccano e puniscono Attila. Con questa punizione l'Italia viene conquistata da barbari e criminali e la storia finisce in un epoca buia del 400 in cui cala la notte e il male domina sulla Terra di Roma.